

Mercoledì 27 marzo la Conferenza episcopale francese – per voce di Catherine Chevalier, direttrice del Servizio nazionale per la catechesi e il catecumenato – ha presentato i risultati della sua indagine annuale sui catecumeni che sono stati ieri notte nella Veglia pasquale. Risultati che sono i migliori da quando questo computo è iniziato, vent’anni fa. Come l'anno scorso le diocesi francesi (104 in totale) registrano un forte aumento. Dal +28% del 2023 si è passati al +30% di quest’anno. In totale saranno battezzati 7.135 adulti e più di 5.000 adolescenti (alunni delle scuole secondarie, quelli delle scuole elementari non sono conteggiati). Dei nuovi battezzati adulti circa un terzo ha tra i 18 e i 25 anni e circa un terzo vive in aree rurali. Le tre province ecclesiastiche che registrano i maggiori incrementi (+50%) sono Besançon, Digione e Clermont, prevalentemente rurali. La diocesi di Saint-Claude, suffraganea di Besançon, registra l'aumento più elevato in assoluto, oltre il 200% (27 catecumeni quest’anno rispetto a 8 l’anno scorso). Sebbene la grande maggioranza dei catecumeni adulti provenga da famiglie di tradizione cristiana questo numero è in costante diminuzione (61% nel 2024 rispetto al 69% nel 2023). Contemporaneamente cresce il numero di coloro che dichiarano di provenire da “famiglie senza religione”, ora rappresentano un quarto del totale. Durante la conferenza stampa di mercoledì Jean-Yves Lépine, un "neofita", cioè battezzato l'anno scorso, della diocesi di Versailles, ha parlato così della sua esperienza: «Il cammino catecumenale che ho intrapreso è stato chiaramente il risultato di incontri: sacerdoti che ascoltavano, una comunità parrocchiale gioiosa e dinamica. Grazie a loro, ho scoperto una Chiesa aperta e accogliente ed estremamente diversificata! Di fronte a una società che sembra sempre più materialista e sembra promuovere una forma di individualismo consumistico, essere cristiani e "cattolici" (cioè universali, etimologicamente), significa sperimentare che il bene, cioè la cura, l'attenzione e più in generale l'Amore, vale più dei beni, cioè il possesso, la ricchezza, il potere o la gloria».


Quali sono le cose di lassù che dobbiamo cercare? Sono i doni che Gesù ci ha fatto per trasformare la nostra vita quotidiana: l'amore di Dio per noi, la voce dello Spirito Santo, la bellezza della Volontà di Dio nel presente, la sua presenza nei fratelli, nell'Eucaristia, nella Parola, in mezzo a noi, il comandamento dell’amore reciproco, sua madre Maria, la Chiesa.


Gesù vuole cambiare il mondo, è il modello di ogni uomo, ci ha donato sua madre, ha sete del nostro amore.


Uno stile di vita: l'amore reciproco. Una fonte di forza: L'Eucaristia. Una compagnia di amici: il sacerdozio.


Gesù è grande se i libri dell'Antico Testamento già parlavano di lui molto prima che nascesse. Gesù stesso conosceva questi passi a memoria.


Tu come esprimi la tua tenerezza per Gesù? Sei disposto anche tu a perdere la faccia per Gesù?


“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Ecco la sofferenza più lacerante, è la sofferenza dello spirito: nell’ora più tragica Gesù prova l’abbandono da parte di Dio. Mai, prima di allora, aveva chiamato il Padre con il nome generico di Dio. Mai. Padre... Per trasmetterci la forza di quel fatto, il Vangelo riporta la frase anche in aramaico: è l’unica, tra quelle dette da Gesù in croce, che ci giunge in lingua originale. L’evento è reale, è l’abbassamento estremo, cioè l'abbandono del suo Padre, l'abbandono di Dio. Il Signore arriva a soffrire per amore nostro quanto per noi è difficile persino comprendere. Non è facile capire questo... Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida “il perché dei perché”. L'ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro - è brutto quello... vedersi con le spalle al muro -, si vede perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei tanti “perché”, senza risposta, ci sia qualcosa di speranza. Lui per te, per me. Non è la fine, perché Gesù è stato lì e ora è con te: Lui che ha sofferto la lontananza dell’abbandono per accogliere nel suo amore ogni nostra distanza. Perché ciascuno di noi possa dire: nelle mie cadute, ognuno di noi è caduto tante volte… e ognuno di noi può dire: nelle mie cadute, nella mia desolazione, quando mi sento tradito o ho tradito gli altri; scartato o ho scartato gli altri; abbandonato o ho abbandonato gli altri, pensiamo che Lui è stato abbandonato, tradito, scartato. E lì troviamo Lui. Oggi, fratelli e sorelle, ci sono tanti “cristi abbandonati”. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono i migranti che non sono più volti ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi. Ma ci sono anche tanti "cristi abbandonati" invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli - che può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna…-, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano un'altra strada che il suicidio. Gli abbandonati di oggi, i cristi di oggi. Chiediamo oggi questa grazia: di saper amare Gesù abbandonato e di saper amare Gesù in ogni abbandonato, in ogni abbandonata. Chiediamo la grazia di saper vedere, di saper riconoscere il Signore che ancora grida in loro. Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza. Non siamo stati lasciati soli da Dio; prendiamoci cura di chi viene lasciato solo.


Un nuova idea di Dio e una nuova idea di noi stessi: ecco la buona notizia della domenica delle Palme.


Qual è il significato del ricevere un nome nuovo dal Signore? È una realtà che riguarda tutti o solo qualcuno?


La forza dei cristiani perseguitati ci dà forza nell'affrontare questa nuova crisi della fede che stiamo vivendo nella cultura occidentale.


Se c'è il peccato non c'è il timor di Dio perché timor di Dio è un ostacolo al peccato. - Lo Spirito Santo spinge tutti noi a lottare per le donne vittime di violenza.


Gesù ci insegna come vivere la vita. Il suo insegnamento sembra assurdo ma l'esperienza dimostra che ha ragione.


Non è facile continuare ad amare l'altro quando ti critica: devi morire a te stesso. Ma se lo fai quello che poteva allontanarvi vi poteva renderà più vicini.


Quando leggi certi passi dell'Antico Testamento hai la prova che lo Spirito Santo è l'unico autore di tutti i libri della Bibbia. La lettura ctistiana della Bibbia: interpretare tutto in riferimento a Gesù.


Ci sono due realtà: la morte e l'amore. Se non ci fosse Gesù risorto sarebbe più forte la morte, ma Lui c'è! Funerale di Francesco Iandolino.


Il peccato del popolo con il vitello d'oro e il peccato di chi ha rifiutato Gesù sono anche il nostro peccato.


Impariamo da questo salmo la preghiera di lode, la testimonianza evangelizzatrice e la supplica.


Non si può vivere senza un modello da imitare. Tu chi scegli? Io ho scelto Gesù


Oggi parliamo della condanna. La condanna è quando elimini chiunque ti dice la verità. La condanna è quando rimani rinchiuso nelle tue false immagini di Dio. La condanna è quello che tu hai scelto fino ad ora per te: ti vuoi decidere a lasciarti raggiungere dalla salvezza?


C'è una grande conversione che dobbiamo fare. Dobbiamo superare una situazione che dura da secoli: abbiamo perso la coscienza di essere popolo.


La sofferenza è provvisoria. La tenerezza di Dio ci consola.


I comandamenti sono un modo per non dimenticarsi del Signore e per esprimere il nostro rapporto d'amore con lui


La buona morte è quella dove non vai a finire all'inferno. Non dipende dalle circostanze in cui muori o dall'età in cui muori ma dal fatto che muori in grazia di Dio e non in peccato mortale.